martedì 27 gennaio 2009

Nessuna costanza

Ci ho provato, ma non ci riesco. Non riesco a tenere aggiornata questa specie di bacheca. Non perchè non ci siano cose che mi premono da dire, ma perchè ci sono così tanti modi per dire le cose oggi che manca solo il tempo per farlo.
Abbiamo così tanti strumenti per esprimere le nostre opinioni su tutto ed alla fine non le esprimiamo, frustrati dall'idea che tutti possano. E se tutti possono in realtà non può nessuno. Qual'è il senso?
Qual'è il significato di questo e quale il risultato?
Che questo mondo non ci fa vivere. Siamo così angosciati dall'idea che dobbiamo dimostrare qualcosa che ci dimentichiamo cosa...
Viviamo inseriti in canoni talmente lontani dalla naturalità della vita che perdiamo l'idea di cosa sia naturale, di cosa sia giusto o sbagliato. Di cosa fare o non fare.
Il metro? I soldi, la bellezza, l'apparenza, l'inquadramento sociale. Non se ne può più!
Non è mica vita questa. Sempre a correre dietro al vento dell'inesistente felicità presente nel modello che tutti noi usiamo.

Sono lontano, sono solo. Capita troppo spesso e so che non posso fare diversamente.
Lo so o semplicemente non vedo alternative?
Ecco un buon punto. Sono talmente dentro il sistema che non vedo alternative ad esso, allora punto sull'apparenza telematica, sul messaggio della mia bacheca e sono frustrato se nessuno lo legge e se nessuno lo commenta; io in questa solitudine cerco la compagnia del computer. Ed anche questo non è normale. Ma questo è lo scopo ultimo del "sistema" nel quale viviamo.

Fare in modo che sia percepito e creduto normale quello che normale non può essere.

Mi sento sopraffare, arranco ma mi ripeto che devo andare avanti, che bisogna andare avanti, che è inutile pensare a ieri, che è inutile darsi dei "SE".
Ma forse sbaglio prospettiva. Non è inutile darsi dei "SE", purchè servano a migliorare il nostro quotidiano e non ad appesantirci ulteriormente con nuove frustrazioni.
Anche perchè gli errori son sempre quelli, si ripetono. E dovremmo superarli per sentirci meglio, non ripeterli.

Ecco: io ho una vita per molti aspetti invidiabile. Ma non sono contento, non mi sembra vita, c'è qualcosa di stonato di falso in tutto ciò. E il tempo passa.

Ma qual'è la soluzione? Il fine di tutto prima che arrivi la Grande mietitrice?Il senso?
Vivo in un mondo per bambini viziati? Sono insoddisfatto perchè non uso più la vanga o se usassi la vanga lo sarei lo stesso?

E così riesco a mettere sempre e solo costanza nell'incostanza, mandando in confusione tutti quelli che mi circondano, ma in primis me stesso.

Il dubbio, la stanchezza fisica, la stanchezza psicologia e la naturale apatia del mio carattere sono una miscela allucinantemente pericolosa che da solo brutti risultati. Voglio uscire da questi schemi, vorrei essere diverso, ma la mattina mi alzo e son sempre io...




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