sabato 17 ottobre 2009

Lettera ad APJ


Martinsburg USA, 17 ottobre 2009




Ciao Andrea, sono 11 anni che non ti vedo più, ma sembra stamattina quando ti ho visto l’ultima volta.

Dovevi partire per Belluno per preparare la trasferta Americana, te n’eri andato ma poi eri tornato vista l’ora e avevamo pranzato insieme. Nulla di che, due uova al tegame da buoni “uomini” di casa, giusto per fare tutta una tirata e non fermarti a mangiare. Così si risparmiavano anche due lire (al tempo c’erano ancora le lire).

Poi mi hai detto “Ciao, ci vediamo lunedì” ma non hai mantenuto la promessa.

A distanza di 11 anni ci sono io in america, e mi fa un certo che.

Pensavo ai discorsi fatti sul “piano B”, alle informazioni che mi avevi chiesto per l’australia e a quanto fosse così chiara la vita ai tuoi occhi. Sapevi già cosa volevi, quando e come.

Una cosa così lontana dal mio modo di essere e di vivere. Una cosa che in un certo senso ti ho sempre invidiato. Volevi venire qui a fare il brevetto e avresti sfruttato l’occasione dei campionati del mondo. Un uomo con le ali…

A volte quando prendo i bimbi in braccio o li guardo giocare o li ho visti in piscina, mi viene in mente quando eri a lavorare come “baywatch”a Longarone, e a come eri coi bambini ai quali facevi lezione.

Questa è una cosa che mancherà ai tuoi nipoti. Purtroppo

Sono passati tanti anni e ti scrivo da oltreoceano con un senso di profonda tristezza e con qualche rammarico.

Da buoni fratelli non abbiamo mai avuto, a parte l’ultimo anno, tantissimo modo di stare veramente insieme e questo è il rammarico. L’idea di abitare insieme, tu a lavorare e io a studiare era bella. Sarebbe stato divertente. A parte le cose da stirare che toccavano sempre a me…. D’altra parte te lavoravi e io… ma, forse perdevo tempo. Infatti poi ho mollato.

E poi mi sono sposato con Naomi, ricordi? Sicuro non potresti non ricordarla…….

Certo se penso a prima e a dopo, a quanta acqua è passata sotto i ponti, a dove sono e all’età che ho mi fa un certo che.

Sì sicuro, mi manchi. Anche solo due misere chiacchere, o un’occhiata. No, non ci si abitua mai. Il tempo fa sfumare ma fa anche aumentare in certi modi il senso di disagio. C’è poco da fare.

Non credo che chi dice che il tempo cura tutti i mali sappia veramente di cosa sta parlando.

Il male resta è solo che le cose da fare, da pensare aumentano e così il dolore viene solo “nascosto” sotto una montagna di pensieri e di cose. Il fatto che non lo vedi più non vuol però dire che non ci sia. Infatti ogni tanto fai un po’ di pulizia e lo ritrovi lì, dove lo avevi lasciato, magari con attaccato anche del senso di colpa per essertelo dimenticato. Ma in fondo non si dimentica mai. Sarebbe un errore enorme.

Cerchiamo di fare di una cosa irragionevole, una ragione. Ma è come arrampicarsi sui vetri.

Comunque come ti dicevo sono in america, il paese delle “libertà”. Almeno così si vendono. Infatti qui non puoi girare in macchina con una lattina di birra sul sedile (deve essere messa nel bagagliaio) ma puoi però comprare un fucile al supermercato e tenerlo, quello sì, sul sedile davanti in macchina…

C’è una sorta di aria strana, una sorta di “Big Brother” sempre presente. E poi sembra tutto finto… come in un film.

Ma il viaggio è stato spettacolare. L’arrivo un po’ meno, con poliziotti che ti guardavano come se tu fossi un delinquente a farti domande assurde….

Il lavoro è quel che è. Il tempo non è bello ed è prevista neve domenica, proprio il giorno che volevo andare a visitare Washington. Shit.

Tu volevi andare però in florida a fare il brevetto, e mi sa che laggiù è un po’ diverso. A parte il clima penso siano più latini, con un sacco di messicani (pare che a Miami si parli più spagnolo che inglese..)

Quest’anno tutti e due i bambini sono a scuola. Alessandro in prima e sta facendo proprio bene. E’ entusiasta di andarci, visto poi che ci va il fratello maggiore… (ricorda qualcuno?) Gioele in quarta oramai avviato, è un ometto, un ragazzino. Te ne innamoreresti sicuramente…

Sono bravi e danno soddisfazione. Grande merito a Naomi che ci si dedica tanto. Io giro un sacco per lavoro e questo è un peccato, ma così per almeno i primi anni lei è potuta stare a casa e questo sicuramente fa molto bene ai bimbi. Ora vorrebbe andare a lavorare ma non è così facile. Ma vedremo cosa il futuo ci riserva.

Mamma e papà stanno abbastanza bene, visto tutti i malanni che hanno passato. Ma sembrano delle rocce, con diversi buchi, ma rocce. La mamma è stata operata all’anca e papà, per non rimanere indietro, si è fatto trapanare il cervello… giusto per far uscire un po’ di materiale, sai che lui ne ha sette e forse vista l’età iniziavano ad essere troppi….

La nonna Alba è, anche lei, come il nonno Andrea sempre lì… Stanno bene.

Ti mando il mio più grande bacio ed una stretta di mano, da oltreoceano e oltremondo...


Missing you Bro.

With Lots of Love

Yours truly, Fabio

mercoledì 9 settembre 2009

Anche il Mac a volte va...

Sono reduce da qualche giorno di passione davanti al mio Mac.
Non avrei creduto che sarebbe successo, ma a distanza di 3 anni dall'acquisto, per cause ancora ignote, ha cominciato ad avere qualche problema.
Difficoltà all'avvio, difficoltà ad aprire i programmi, lentezza esasperante. Questo presumibilmente a seguito di un collegamento con un sito dal quale si potevano vedere filmanti in streaming, che mi ha fatto pensare ad un deficit di memoria RAM.
Ho così cominciato smontando e verificando il banco di memoria; poifacendo una diagnosi dell'hard disk che ha evidenziato problemi, secondo il software, non risolvibili.
Non mi sono fatto scoraggiare.
Ho ripulito il disco, salvando tutti i file in esso contenuti e calncellandoli, convinto che fosse un problema di memoria (non avendo mai implementato la RAMche è a tutt'oggi di 512Mb).
A seguito ho scaricato alcuni tool per la verifica del funzionamento e la pulizia più approfondita dei registri.
Ho deciso quindi di avventurarmi in un campo a me sconosciuto...
E ho lanciato la pulizia dei "kernel".... non sapendo in realtà cosa stessi facendo...
Questo ha riavviato il Mac ed ha cominciato a pulire. Poi si è piantato tutto.
Forse riuscirò un giorno a risalire all'effetto prodotto dalle mie azioni.
Comunque ho forzatamente riavviato il Mac e questo ha cominciato a segnalare una serie di errori in fase di start, con schermata nera e scritte in stile Java. Alla fine delle quali si è ripiantato.
A quel punto, supportato da alcuni manuali on line, ho inserito il disco di ripristino e reistallato il software completamente.
Dopo circa 3 ore, a caricamento avvenuto, il Mac ha ripreso a funzionare correttamente.
Ora acquistero un banco di memoria supplettivo e verificherò il suo funzionamento.
Dato di fatto però è che va più veloce ed è stabile.
E' stata una bella esperienza, sicuramente formativa per diversi aspetti, che ha soprattutto evidenziato l'alto livello di ignoranza che ho nei riguardi di questa macchina (per me non di uso comune).
Mi sono ripromesso di studiare un pò per essere più preparato in futuro...
Buon Mac a tutti

mercoledì 3 giugno 2009

Rompere... aiuta...


Grazie ad un'incalzante richiesta da parte di Momi ho finalmente avuto modo di andare in vetta al monte che domina Belluno.
Quando andavo al liceo a Belluno ricordo di averla guardata molte volte dal basso. Ma mai ero salito fin lassù.
Oggi le gambe e qualche fotografia mi ricordano che ci sono stato.
La vista meritava sicuramente la fatica.
Bellissimo panorama anche se purtroppo non privo delle solite nuvole delle 14:00, tipiche del posto. Nuvole che mi hanno sempre accompagnato quando andavo a fare "il bagno" al piave... pareva uscissero con l'orologio non appena eri pronto a tuffarti. E così è stato non appena siamo giunti in vetta. Ma questo non toglie che sia stata proprio una bella gita.
Alcune riflessioni mi vengono pensando a questa escursione: 1) non sempre abitare vicino a dei bei posti ce li fa vivere veramente; 2) i ricordi resteranno ma con le foto è meglio, nel mondo delle immagini.
La prima considerazione è abbastanza scontata; spesso partiamo per posti lontani con sete di conscenza, scartando a priori quelli a noi prossimi perchè troppo "facili" o perchè "tanto ce li abbiamo lì e ci possiamo andare quando ci pare"... (probabilmente mai...)
La seconda invece è meno scontata per me. Le fotografie aiutano e "cementificano" ricordi che tendiamo a dimenticare. Adirrittura una notizia pare meno vera se non ci sono immagini a corredo.
Viviamo in effetti nel mondo delle immagini. I mass media puntano sull'immagine e condizionano in base a quelle la nostra vita.
Penso alla tragedia dell'airbus, come sentivo questa mattina alla radio che fedele mi accompagna nei miei lunghi viaggi in macchina, caduto nell'oceano. Poche sono le immagini disponibili e quindi la notizia è "meno presentabile" come se, senza immagini, ci fosse poco da raccontare.
Tragedie simili supportate da immagini, hanno occupato per settimane le prime pagine delle news.
Tutto quindi si sta trasformando in apparenza. La sostanza viene, se richiesta, dopo. Ma non sempre è richiesta. Anzi è meglio quasi l'idea che ci facciano della realtà piuttosto che la realtà stessa.
Così ci sentiamo meglio, più sereni, guidati sempre e comunque da "storie" redatte a posta per assecondare i nostri interessi ed i nostri gusti.
La libertà "virtuale" e sempre più simile ad una bella galera piena di immagini che ci confortano



martedì 27 gennaio 2009

Nessuna costanza

Ci ho provato, ma non ci riesco. Non riesco a tenere aggiornata questa specie di bacheca. Non perchè non ci siano cose che mi premono da dire, ma perchè ci sono così tanti modi per dire le cose oggi che manca solo il tempo per farlo.
Abbiamo così tanti strumenti per esprimere le nostre opinioni su tutto ed alla fine non le esprimiamo, frustrati dall'idea che tutti possano. E se tutti possono in realtà non può nessuno. Qual'è il senso?
Qual'è il significato di questo e quale il risultato?
Che questo mondo non ci fa vivere. Siamo così angosciati dall'idea che dobbiamo dimostrare qualcosa che ci dimentichiamo cosa...
Viviamo inseriti in canoni talmente lontani dalla naturalità della vita che perdiamo l'idea di cosa sia naturale, di cosa sia giusto o sbagliato. Di cosa fare o non fare.
Il metro? I soldi, la bellezza, l'apparenza, l'inquadramento sociale. Non se ne può più!
Non è mica vita questa. Sempre a correre dietro al vento dell'inesistente felicità presente nel modello che tutti noi usiamo.

Sono lontano, sono solo. Capita troppo spesso e so che non posso fare diversamente.
Lo so o semplicemente non vedo alternative?
Ecco un buon punto. Sono talmente dentro il sistema che non vedo alternative ad esso, allora punto sull'apparenza telematica, sul messaggio della mia bacheca e sono frustrato se nessuno lo legge e se nessuno lo commenta; io in questa solitudine cerco la compagnia del computer. Ed anche questo non è normale. Ma questo è lo scopo ultimo del "sistema" nel quale viviamo.

Fare in modo che sia percepito e creduto normale quello che normale non può essere.

Mi sento sopraffare, arranco ma mi ripeto che devo andare avanti, che bisogna andare avanti, che è inutile pensare a ieri, che è inutile darsi dei "SE".
Ma forse sbaglio prospettiva. Non è inutile darsi dei "SE", purchè servano a migliorare il nostro quotidiano e non ad appesantirci ulteriormente con nuove frustrazioni.
Anche perchè gli errori son sempre quelli, si ripetono. E dovremmo superarli per sentirci meglio, non ripeterli.

Ecco: io ho una vita per molti aspetti invidiabile. Ma non sono contento, non mi sembra vita, c'è qualcosa di stonato di falso in tutto ciò. E il tempo passa.

Ma qual'è la soluzione? Il fine di tutto prima che arrivi la Grande mietitrice?Il senso?
Vivo in un mondo per bambini viziati? Sono insoddisfatto perchè non uso più la vanga o se usassi la vanga lo sarei lo stesso?

E così riesco a mettere sempre e solo costanza nell'incostanza, mandando in confusione tutti quelli che mi circondano, ma in primis me stesso.

Il dubbio, la stanchezza fisica, la stanchezza psicologia e la naturale apatia del mio carattere sono una miscela allucinantemente pericolosa che da solo brutti risultati. Voglio uscire da questi schemi, vorrei essere diverso, ma la mattina mi alzo e son sempre io...